Sudan la storia di un paese dimenticato.
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9/7/20254 min read


La triste situazione del Sudan
Il Sudan, un tempo era il più vasto paese dell'Africa, confinate oggi con Egitto, Eritrea, Etiopia, Sud Sudan, Ciad, Libia e Repubblica Centrafricana è bagnato dal Mar Rosso ed attraversato dai due bracci del Nilo ( Nilo Azzurro e Nilo Bianco) che poi confluiscono nella zona della capitale KHARTOUM costituendo il Nilo che tutti conosciamo e che scorre fino al Mediterraneo passando per l’Egitto. Il Sudan prima della sua divisione, era un mosaico di etnie, culture e religioni, governato da un potere centrale a Khartoum che ha storicamente favorito le popolazioni arabizzate e musulmane del nord a discapito delle comunità prevalentemente animiste e cristiane del sud. Questa politica di marginalizzazione ha alimentato due lunghe e sanguinose guerre civili (1955-1972 e 1983-2005), che hanno causato milioni di morti e sfollati. Gli accordi di pace del 2005, noti come Comprehensive Peace Agreement (CPA), posero fine al secondo conflitto e spianarono la strada a un referendum per l'autodeterminazione del Sud Sudan. Nel gennaio 2011, la popolazione del sud votò in massa per la secessione, con il 98,83% di favorevoli.
SUD SUDAN
Il 9 luglio dello stesso anno, il Sud Sudan divenne ufficialmente uno stato indipendente con capitale Giuba, una nascita accolta con speranza dalla comunità internazionale ma che lasciava irrisolte questioni cruciali come la definizione dei confini e la spartizione delle ingenti risorse petrolifere, concentrate per la maggior parte nel sud ma dipendenti dagli oleodotti del nord per l’esportazione.
IL DRAMMA UMANITARIO ED IL GENOCIDIO
Oggi lo scenario Sudanese è di una delle più gravi crisi umanitarie al mondo, un dramma che affonda le sue radici in decenni di conflitti interni, divisioni etniche e religiose, culminate come abbiamo già detto nella storica secessione del Sud Sudan nel 2011.
Dalla lotta per l'indipendenza alla guerra civile, fino all'attuale conflitto che devasta la nazione, la storia recente del Sudan è una cronaca di instabilità politica, sofferenza umana e complesse dinamiche internazionali.
La divisione non ha portato la pace sperata. Entrambe le nazioni sono state rapidamente travolte da nuovi e brutali conflitti interni. In Sud Sudan, una lotta di potere tra il presidente Salva Kiir e il suo ex vice Riek Machar ha scatenato nel dicembre 2013 una devastante guerra civile su base etnica, che si è protratta fino al febbraio 2020, lasciando sul terreno centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati.
Nel frattempo, il Sudan ha continuato a essere teatro del conflitto in Darfur, iniziato nel 2003, dove le milizie governative Janjaweed si sono macchiate di crimini contro l’umanità e pulizia etnica. A partire dall'aprile 2023, un nuovo, catastrofico conflitto è esploso tra le Forze Armate Sudanesi (SAF), guidate dal generale Abdel Fattah al-Burhan, e le Forze di Supporto Rapido (RSF), comandate dal generale Mohamed Hamdan Dagalo, detto "Hemedti". Questa guerra per il potere ha trasformato Khartoum e altre città in campi di battaglia, innescando una crisi umanitaria senza precedenti.
Ad oggi, secondo le Nazioni Unite, oltre 25 milioni di persone in Sudan necessitano di assistenza umanitaria. Si contano più di 10 milioni di sfollati interni, la più grande crisi di sfollati al mondo, e milioni di rifugiati nei paesi confinanti. La malnutrizione acuta minaccia la vita di milioni di bambini e il sistema sanitario è al collasso. La violenza, compresa quella sessuale usata come arma di guerra, è diffusa e colpisce in modo sproporzionato donne e bambini. Anche in Sud Sudan la situazione umanitaria rimane critica, con milioni di persone che dipendono dagli aiuti internazionali per la sopravvivenza.
Intreccio di interessi internazionali
La situazione in Sudan e Sud Sudan è inestricabilmente legata a un complesso gioco di alleanze e interessi regionali e internazionali.
Egitto ed Etiopia hanno interessi strategici vitali in Sudan, legati principalmente alle acque del Nilo e alla stabilità dei loro confini. L'Egitto ha tradizionalmente sostenuto l'esercito sudanese, mentre le RSF hanno coltivato legami con altri attori regionali. I paesi del Golfo, in particolare Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, hanno esercitato una notevole influenza, sostenendo diverse fazioni nel tentativo di proteggere i propri interessi economici e di sicurezza.
La Cina è un partner economico di lunga data, soprattutto nel settore petrolifero. La Russia ha cercato di espandere la sua influenza, negoziando la costruzione di una base navale a Port Sudan sul Mar Rosso, un'area di cruciale importanza strategica. Le relazioni con l'Occidente, in particolare con Stati Uniti e Unione Europea, sono state altalenanti, caratterizzate da sanzioni in risposta a violazioni dei diritti umani e colpi di stato, alternate a tentativi di mediazione e aiuti umanitari. Gli USA ad oggi a causa della decisione del presidente Trump hanno praticamente abbandonato i rifornimenti umanitari in questo paese condannando ancor più la popolazione, inoltre un atteggiamento del genere consegnerà ancor più il paese in mano alle potenze dell’est che sfrutteranno probabilmente non solo l’affaccio sul mar rosso ma anche i giacimenti petroliferi e l’estrazione mineraria soprattutto oro, oro che a quanto pare è già utilizzato per sostenere l’economia russa in cambio ovviamente di armamenti e preparazione di truppe sul campo da parte della ex Wagner . In tutto questo ovviamente l’Europa come sempre accade risulta silente, disinteressata di fatto perdendo ancor una volta l’occasione di affermarsi in campo estero.
Invece I rapporti tra Sudan e Sudan del Sud rimangono tesi. La questione della regione contesa di Abyei, ricca di petrolio, è ancora una potenziale fonte di conflitto. Entrambi i governi si sono accusati a vicenda di sostenere gruppi ribelli nei rispettivi territori, in un gioco di reciproca destabilizzazione che minaccia la stabilità dell'intera regione.
In conclusione, il Sudan e il Sud Sudan si trovano oggi a un bivio drammatico. La violenza incessante e la catastrofe umanitaria richiedono una risposta internazionale urgente e coordinata. Tuttavia, senza una reale volontà politica da parte delle élite al potere di porre fine ai conflitti e di intraprendere un percorso di riconciliazione nazionale, il futuro di milioni di persone rimane appeso a un filo, in una terra segnata da decenni di promesse tradite e sofferenze indicibili.
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