Palestina dall'anno 0 ad oggi

Midnight

8/30/2025

La storia della Palestina è un racconto molto complesso e stratificato, un susseguirsi di dominazioni, culture e religioni hanno plasmato in modo indelebile questa terra e il suo popolo. Dall'anno 0, quando era una provincia dell'Impero Romano, fino ai giorni nostri.

All'inizio del primo millennio, la regione conosciuta come Palestina era sotto il dominio di Roma. Dopo la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme nel 70 d.c. e la repressione della rivolta di Bar Kokhba nel 135 d.c., l'imperatore Adriano rinominò la provincia in "Syria Palaestina" nel tentativo di cancellare i legami ebraici con quella terra. Con la divisione dell'Impero Romano, la Palestina passò sotto il controllo dell'Impero Bizantino, diventando un importante centro per il cristianesimo. Numerose chiese e monasteri furono costruiti, e la regione attrasse pellegrini da tutto il mondo.

Nel 7° secolo, la Palestina fu conquistata dagli eserciti arabi musulmani, segnando l'inizio di un lungo periodo di dominazione islamica.

Sotto i califfati omayyade e abbaside, la regione vide un processo di arabizzazione e islamizzazione, sebbene le comunità cristiane ed ebraiche continuassero a esistere. La Palestina acquisì un'importanza religiosa fondamentale anche per l'Islam, con Gerusalemme che divenne la terza città santa dopo Mecca e Medina.

Tra l'11° e il 13° secolo, la Palestina fu il teatro delle Crociate, una serie di guerre religiose in cui eserciti cristiani europei cercarono di strappare la Terra Santa al controllo musulmano. Questo periodo fu caratterizzato da intensi conflitti e da un alternarsi di dominazioni, con la creazione di regni crociati che ebbero un impatto significativo sulla demografia e sulla politica della regione.

Successivamente, la Palestina passò sotto il controllo dei Mamelucchi d’Egitto a partire dal 1516, dell'Impero Ottomano. (I Mamelucchi furono una potente casta di guerrieri schiavi, prevalentemente di origine turca e circassa, che finirono per governare l'Egitto e la Siria per quasi tre secoli, lasciando un'impronta indelebile nella storia del mondo islamico. Il loro nome, dall'arabo mamluk, significa letteralmente "posseduto" o “schiavo.

Durante i quattro secoli di dominio ottomano, la Palestina fu divisa in diversi distretti amministrativi e godette di un periodo di relativa stabilità. La popolazione era prevalentemente araba, composta da musulmani, cristiani e una piccola comunità ebraica.

Il crollo dell'Impero Ottomano dopo la Prima Guerra Mondiale segnò una svolta decisiva. Nel 1920, la Società delle Nazioni affidò al Regno Unito il Mandato sulla Palestina. Durante questo periodo, l'immigrazione ebraica, spinta dal crescente movimento sionista in Europa, aumentò in modo significativo, alterando gli equilibri demografici e creando crescenti tensioni con la popolazione araba palestinese.

La Dichiarazione Balfour del 1917, con cui il governo britannico si era impegnato a favorire la creazione di un "focolare nazionale per il popolo ebraico" in Palestina, alimentò le aspirazioni sioniste e le preoccupazioni arabe. (La dichiarazione Balfour: La Dichiarazione Balfour fu una dichiarazione del governo britannico del 2 novembre 1917, con la quale il Regno Unito si impegnava a sostenere la creazione di un «focolare nazionale» per il popolo ebraico in Palestina, senza pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebree presenti nella regione. Questa lettera, inviata dal ministro degli Esteri Arthur Balfour al leader della comunità ebraica britannica Lord Rothschild, rappresenta un momento fondamentale nelle origini del conflitto israelo-palestinese e nella storia della nascita dello Stato di Israele.)

Le tensioni sfociarono in violenze e rivolte, culminate nella Grande Rivolta Araba del 1936-1939. Di fronte a un conflitto sempre più aspro, nel 1947 il Regno Unito rimise il suo mandato alle Nazioni Unite. L'ONU propose un piano di partizione della Palestina in due stati, uno arabo e uno ebraico, con Gerusalemme sotto amministrazione internazionale. Il piano fu accettato dalla leadership ebraica ma respinto dai leader arabi.

Il 14/5/1948, con la fine del Mandato britannico, David Ben-Gurion proclamò la nascita dello Stato di Israele. Il giorno seguente, gli eserciti di Egitto, Giordania, Siria, Libano e Iraq invasero il neonato stato, dando inizio alla guerra arabo-israeliana del 1948. La guerra si concluse con la vittoria di Israele, che ampliò i suoi territori oltre i confini previsti dal piano di partizione. Per i palestinesi, questo evento è conosciuto come la Nakba, o "catastrofe", che portò all'esodo di oltre 700.000 persone dalle loro case e alla distruzione di centinaia di villaggi. La Cisgiordania fu annessa dalla Giordania e la Striscia di Gaza passò sotto il controllo militare egiziano.

Inoltre su internet si trovano innumerevoli articoli che spiegano come il JNF/KKL ( FONDO NAZIONALE EBRAICO ) abbia aiutato l’insediamento israeliano/sionista supportando economicamente Israele ed occupando territori palestinesi ed a tal proposito cito un pezzo di articolo scritto da Jonathan Cook nel 2020 : “Il JNF è una fiorente reliquia del passato coloniale europeo, anche se oggi indossa la veste di ente benefico ambientalista.

La missione dell’organizzazione iniziò prima ancora che nascesse lo stato di Israele. Sotto la protezione britannica, il JNF acquistò tratti di terra fertile in quella che allora era la Palestina storica. In genere usava la forza per espropriare i mezzadri palestinesi le cui famiglie avevano coltivato quella terra per secoli.

Ma le attività di espulsione del JNF non finirono nel 1948, quando Israele fu istituito, attraverso una sanguinosa guerra, sulle rovine della patria dei palestinesi, un evento che i palestinesi chiamano Nakba o catastrofe.

Israele demolì sommariamente più di 500 villaggi palestinesi epurati, e al JNF fu affidato il compito di impedire il ritorno di circa 750.000 rifugiati. Lo ha fatto piantando alberi su ogni casa abbatuta, rendendo impossibile ricostruirle e sulle terre dei villaggi per impedirne la coltivazione.”

La JNF/KKL è presente in tutto il mondo ed all’epoca creò campagne mirate alle popolazioni ebree affinché con una donazione potessero sostenere lo stato di Israele ( erano campagne ovviamente non a sfondo bellico ma l’importante era raccogliere fondi).

Passiamo poi alla guerra dei sei giorni del 1967 rappresentò un altro momento cruciale, in un conflitto lampo, Israele sconfisse Egitto, Giordania e Siria, occupando la Cisgiordania (inclusa Gerusalemme Est), la Striscia di Gaza, la penisola del Sinai e le alture del Golan. Questa occupazione militare segnò l'inizio di una nuova fase del conflitto, con la popolazione palestinese dei territori occupati che viveva sotto il controllo israeliano.

In questo contesto, emerse con forza l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), fondata nel 1964 e guidata a partire dal 1969 da Yasser Arafat. L'OLP divenne il principale rappresentante politico del popolo palestinese, portando avanti la lotta per l'autodeterminazione e la creazione di uno stato indipendente.

Nel 1987 scoppiò la Prima Intifada, una rivolta popolare palestinese contro l'occupazione israeliana, caratterizzata da scioperi, boicottaggi e scontri. L'Intifada ebbe un profondo impatto sull'opinione pubblica internazionale e aprì la strada a un processo di pace.

Questo portò agli Accordi di Oslo del 1993, che segnarono un riconoscimento reciproco tra Israele e l'OLP e portarono alla creazione dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP), un'entità di autogoverno ad interim in alcune aree della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. Tuttavia, le questioni chiave come lo status di Gerusalemme, i confini, gli insediamenti israeliani e il diritto al ritorno dei profughi palestinesi rimasero irrisolte.

Il fallimento dei negoziati di Camp David nel 2000 e la controversa visita di Ariel Sharon al Monte del Tempio/Haram al-Sharif a Gerusalemme scatenarono la Seconda Intifada, un periodo di violenze ancora più intense, caratterizzato da attentati suicidi palestinesi e da vaste operazioni militari israeliane.

Nel 2005, Israele ritirò unilateralmente i suoi coloni e le sue truppe dalla Striscia di Gaza e da una parte della Cis-giordania per volere del premier israeliano Sharon che aveva appunto ideato questo piano di disimpegno unilaterale, piano che prevedeva non solo l’uscita degli israeliani dalle zone menzionate ma ha ritenuto opportuno mantenere il controllo della costa, dello spazio aereo ed ovviamente si è riservata il diritto di intraprendere azioni militari in caso di necessità. Lo stesso Piano di Sharon prevedeva però anche l’impegno a non smettere di fornire acqua, elettricità, comunicazioni e reti fognarie invece dal lato economico le importazioni da israele a gaza non risultavano tassate mentre le esportazioni da gaza ad israele si come i dazi doganali per merci straniere.

Per quanto concerne la situazione politica di Gaza si segnala che nel 2004 dopo la morte di Arafat fu scelto Abu Mazen (Mahmud Abbas ) dalla fazione di al Fatah come candidato alle presidenziali che vinse nel 2005 anche se durò giusto un anno perchè nel 2006 fu Hamas ad ottenere un consenso maggiore e quindi a prendere la guida del nuovo governo della Autorità Nazionale Palestinese.

Nel 2007 tuttavia dopo la battaglia interna tra Fatah ed Hamas in quanto hanno due idee di gestione e visione completamente opposte che sfociò in uccisioni ed una guerriglia ed in pochi giorni ( senza addentrarci troppo nei fatti) al Fatah venne cacciata da Gaza. Come risultato del conflitto infine venne sciolto il governo creando quindi 2 autorità governanti :Hamas nel striscia di Gaza e l’Autorità nazionale palestinese guidata da Abu Mazen in Cisgiordania.

Ma veniamo ad oggi parlando appunto della nascita di Hamas e del suo ruolo fino ad oggi.

Hamas nasce nel 1987 e venne fondata da Shaykh Ahmad Yasin, Abd al Aziz al Rantisi e da Mahmud al Zahar ed altri membri della Mujama durante la prima intifada , fu il braccio operativo dei Fratelli Musulmani in Palestina.

Hamas è costituita da un lato politico attivo nelle istituzioni di Gaza ed un braccio armato ovviamente opposto ad Israele ma la cosa interessante è che Israele ha avuto un ruolo fondamentale nella crescita di Hamas fin dalla nascita in quanto, come riferito da ex funzionari Israeliani ( Yitzhak Segev generale di brigata israeliano) ha ammesso di aver dato soldi a Mujama Al-Islamiya ovvero il precursore di Hamas su ordine ovviamente delle autorità Israeliane stesse.Oltre a questo evento negli anni a seguire ci furono anche altre dichiarazioni tra cui quella di Nethanyahu che disse :” Hamas ha anche conti bancari per gli aiuti nelle banche, aiutiamo anche loro, anche Voi potete aiutare” con il VOI Benjamin si riferiva alla Turchia esortandola ad aiutare Hamas in quanto in quel periodo nel 1998 Hamas risultava di aiuto alla causa sionista israeliana in quanto era un fronte palesemente schierato contro l’OLP di Arafat.

Questa strategia del “il nemico del mio nemico è amico” di Israele alla fine si è ripresentata ancora anche contro Abu Mazen (Mahmud Abbas) ovvero uno dei fondatori di Al Fatah, presidente dell’OLP e della ANP comunque in questo già lungo articolo non mi addentrerò oltre su questo personaggio ma l’ho citato per far comprendere quanto spesso Israele ha utilizzato la strategia del dare i soldi ad Hamas per depotenziare altre figure scomode ad Israele stessa.

Per oggi terminerei qui più avanti raccoglierò materiale e scriverò un articolo a parte per gli avvenimenti del 7 ottobre fino ad oggi!